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Storia Lido Altanea - Caorle


La valle Altanea, in passato, era un territorio leggermente rialzato, percorso da dune, alle spalle del quale correva l’antico corso del fiume Livenza, che sfocciava a Sud Ovest della valle stessa, mentre l’attuale foce si trova nella vicina Porto Santa Margherita.

Non fu mai molto antropizzata in quanto tutto il territorio alle spalle del litorale (Pinetus Maior e Pinetus Minor), anticamente laguna, si trasformò, nel corso dei secoli, in seguito all’apporto alluvionale dei fiumi in terreni malsani e palude.

Vi furono comunque nel tempo varie frequentazioni come testimonia Giacomo Filiasi nel libro “Memorie Storiche De' Veneti Primi E Secondi” del 1797: “… al suo tempo, si vedevano molte rovine sparse per i lidi Caorlesi, e ciò era sul finir del XV secolo. Dicono trovarsene qualche traccia ancora sul lido di Altanea,…”.

Lì si trovava anche il porto dei Vescovi di Ceneda (l’antico nome di Vittorio Veneto) che vi eressero, nel XVI secolo, anche una chiesa (ad opera del vescovo Girolamo Righetto). L’attuale confine estremo della diocesi di Vittorio Veneto arriva tuttora fino al mare dove un tempo si trovava il suo porto di Valle Altanea.

A proposito del porto scrive Trino Bottani nel suo “Saggio di storia della città di Caorle” del 1811: “… Porto Sessola, nominato dall’Ughello nell’Italia Sacra, e dal Bonifazio nella storia di Treviso Porto Settimo. Pare che come il susseguente sin all’anno 1109 servisse al traffico de’ vicini continentali, e che appartenesse ai Vescovi di Ceneda, come si riscontra da alcuni antichi documenti. Al presente è quasi interrato, ed ha comunicazione con la Valle d’Altanea a cui serve per la montada del pesce, e di scolo alle acque della stessa. Anticamente discendeva in esso un ramo della Livenza”. Aggiunge inoltre: “… Porto Altanea, detto anco Ottonea, nominato dall’Ughello Porto Villano, in cui pure sboccava un ramo della Livenza. E’ intieramente interrato a motivo delle Valli, che si sono fatte in quella vicinanza dopo la confisca delle Lacune di Caorle”.

I lavori di prosciugamento della palude iniziarono in queste zone poco prima della prima guerra mondiale, continuarono fra le due guerre e furono terminati, ad opera del dottor Giorgio Romiati fra il 1950 ed il 1965. Dopo aver prosciugato i circa 500 ettari di Valle Altanea, iniziarono i primi lavori di dissodamento del terreno (1964) e fatti i primi raccolti. Venne quindi costruito un modernissimo centro zootecnico per l’allevamento bovino, per la mungitura, la refrigerazione del latte e per la conservazione del foraggio mediante essiccazione ad aria fredda.

Le valli bonificate furono popolate da contadini provenienti dal padovano e dal trevigiano per cui tuttora a Caorle (sede di traffici da e per la Terra Santa sotto la Repubblica di Venezia) si parla un dialetto gradevole veneziano, mentre nei dintorni si parla un miscuglio di vari dialetti veneti.

Dove un tempo si estendeva la valle, oggi è sorto un moderno centro turistico che offre abitazioni turistiche con piscine ed ampi spazi verdi, comodi percorsi pedonali e ciclabili che collegano le varie strutture fra di loro ed alla spiaggia.

fonte: lidoaltanea.it

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